Ballo degli Ardenti

Il Ballo degli Ardenti dipinto in una miniatura del XV secolo estratto da le Cronache di Jean Froissart. La Duchessa di Berry tiene la sua gonna blu su un appena visibile Carlo VI di Francia mentre i danzatori si strappano gli abiti in fiamme. Uno dei danzatori è saltato dentro a un tino. Nella galleria sovrastante i musicisti continuano a suonare.

Il Ballo degli Ardenti o dei Selvaggi (Bal des Ardents[1] oppure Bal des Sauvages[2]) è stato un ballo nella forma di mascherata[note 1] tenutosi il 28 gennaio 1393 a Parigi nel Palazzo Saint-Pol (allora residenza dei reali di Francia) durante il quale Carlo VI di Francia si esibì in una danza con cinque membri della nobiltà francese. Quattro dei danzatori perirono in un incendio causato da una torcia portata da uno spettatore, il fratello di Carlo, Luigi I Duca di Orléans. Il re, suo fratello e il nobile cavaliere danzatore Ogier de Nantouillet si salvarono (il sovrano trovò rifugio sotto le gonne della zia Giovanna II d'Alvernia).

Il ballo era uno di una serie di spettacoli organizzati per intrattenere il giovane sovrano, che nell'estate precedente aveva iniziato a dare segni di instabilità mentale. L'evento minò la credibilità di Carlo e la fiducia nella sua capacità di governare. I parigini considerarono l'evento come prova della decadenza della corte e minacciarono di ribellarsi contro i membri più potenti della nobiltà. L'indignazione dell'opinione pubblica costrinse il re e suo fratello, che un cronista dell'epoca accusò di tentato regicidio e stregoneria, a scusarsi per l'avvenuto.

La moglie di Carlo, Isabella di Baviera, tenne il ballo in onore del terzo matrimonio della sua dama di compagnia Catherine de Fastaverin, vedova del signore di Hainceville. Catherine era al suo terzo matrimonio e quindi, dato che l'evento da festeggiare era un matrimonio non accettabile moralmente, gli studiosi credono che questo ballo potrebbe essere stato un tradizionale charivari,[3] con i danzatori travestiti da uomini selvatici, creature mitologiche spesso accostate alla demonologia, che erano comunemente rappresentati nelle feste medievali europee e documentati anche in quelle del periodo Tudor. L'evento fu riportato da scrittori del tempo, quali il monaco di San Denis e Jean Froissart, e illustrato in numerosi manoscritti miniati del XV secolo da pittori come il Maestro di Antonio di Borgogna. L'incidente fu l'ispirazione di Edgar Allan Poe per il racconto breve Hop-Frog.

  1. ^ Tuchman 1978, pp. 503–505.
  2. ^ Veenstra 1997, pp. 89–91.
  3. ^ Tuchman 1978, p. 503.


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